A quanto pare la crisi non colpisce solo i prodotti tipici italiani, bensì anche la frutta esotica che, generalmente, è apprezzata sul nostro mercato. Il periodo di crisi, quindi, aggredisce così anche prodotti come le guaiave, i manghi e gli avocadi che conoscono un grave crollo delle vendite pari all’11%, mentre che il consumo di prodotti tipici del nostro reparto ortofrutticolo aumenta. Ancor meglio sembra esser visto il consumo di prodotti ortofrutticoli a Km 0 che, oltre alla qualità, offrono prodotti tipici della propria regione e aiutano la nostra nazione in un momento in cui non si è certamente messi molto bene.
Tra i prodotti tipi vediamo che le prugne con un incremento delle vendite pari al +14%, pesche nettarine +13%, angurie + 6% e le fragole +3%. Questi dati sono emersi grazie un recente studio condotto dalla Coldiretti che fa emergere come le abitudini della popolazione siano cambiate nel tempo con un ritorno alle genuinità dei prodotti tipici italiani.
Insomma, si parla di una scelta intelligente per l’area ortofrutticola che mette in evidenza la bontà dei prodotti Made in Italy ed il rispetto per l’ambiente giacché si riducono gli sprechi di carburante e le emissioni di quest’ultimo per il trasporto di frutta esotica proveniente da chissà dove. Basti pensare che un chilo di cocco per arrivare dal Ghana percorre ben 4.300 km, mentre un km di banane dal Perù deve viaggiare per 13.500 km in nave. Peraltro in alcuni casi si evidenzia anche la presenza di prodotti dal sapore nullo, poiché devono esser raccolti ancora immaturi per affrontare nei migliori dei modi il viaggio. Insomma, meglio acquistare a Km 0 i prodotti tipici della nostra terra: si avrà un doppio vantaggio di risparmio e bontà dell’alimento.